Il tesoro e la perla

(Mt 13,44-46)

"Tesoro": La mia cosa più preziosa, la riserva a cui attingo per vivere e per donare (Mt 13,52). Se è buono è fonte di bene, se no è fonte di male (Mt 12,35). È il luogo dove il mio cuore torna più volentieri: “Dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,1). È ciò che mi caratterizza, a cui finisco per assomigliare: dimmi che tesoro hai e ti dirò chi sei!

"Trovatolo": Può essere accumulato in anni di lavoro e di impegno costante, custodito sottoterra con la paura continua di esserne derubati, e alla fine divorato dal tempo e smarrito per sempre (Mt 6,19): tutto ciò che non è donato va perduto. Oppure può essere trovato: come per miracolo, come un dono, e custodito nei cieli: nel cuore di Dio, in cui tutto diviene eterno (Mt 6,20).

"Nascosto... nasconde": Molto di me è ancora nascosto, anche ai miei stessi occhi: solo Dio conosce tutto di me! (Sal 139(8)). Ma il destino di ciò che è nascosto è di venire alla luce (Mt 10,26). Dipende (anche) da me darmi alla luce, farmi nascere, partorire me stesso! Sovente tutto sembra nascondersi di nuovo; c'è uno spazio colmo di trepidazione tra la prima scoperta del mio tesoro e la presa di possesso. Ciò che conta è non riseppellirlo definitivamente, per vigliaccheria (il servo infedele Mt 25,25).

"Nel campo ... compera quel campo": Il campo ben seminato da Dio (Mt 13,24), la mia vita! Rischio di abitarci e lavorarci da estraneo, da schiavo (per paura) o da salariato (per convenienza). Se voglio il tesoro, devo farla mia, la vita: tornarci dentro a lavorarla da figlio (per eredità: i due figli Mt 21,30)

"Per la gioia": La gioia nasce dalla sorpresa, dall'incontro, dal dono (i Magi Mt 2,10): non dal merito o dal successo, come la soddisfazione. Mette in cammino, muove decisione, crea novità e cerca condivisione (il mattino di Pasqua Mt 28,8); la soddisfazione invece acquieta, fa sedere, cerca di ripetersi, sta bene da sola. La gioia fa pregustare il definitivo, il gusto della soddisfazione svanisce presto.

"Va e vende tutto": È l'invito di Gesù (Mt 19,21). Per seguire Lui solo, perché si può abitare sotto una sola signoria: o la Sua, o quella delle cose a cui attacco il cuore, facendole diventare fini anziché mezzi. La saggezza autentica è capire per chi e quando vale la pena giocare tutto di sé.

"Un mercante alla ricerca" Uno che viaggia, prova, contratta, scambia: non si ferma su nessuna cosa, perché tutto per lui è solo strumento, è provvisorio e intercambiabile. Però è uno in ricerca: in-soddisfatto, perché non sa ancora che cosa sta cercando.

"Belle perle" Non sono utili, non "si mangiano": se le dai ai porci non sono molto contenti: le calpestano e ti si rivoltano contro! (Mt 7,6). Ma ciò che veramente conta deve essere in-utile: non serve ad altro, vale per sé: perché è bello così! (Mt 17,4). Non è mezzo ma fine: è dove ha termine la catena dei rimandi, dove approda la ricerca del mercante!

"Trovata": Ci vuole un intenditore della bellezza per riconoscere ciò che vale! Devo allenare gli occhi del cuore per essere pronto a riconoscere la mia perla a lungo cercata.

"Una perla preziosissima": Una sola, non due. La compera per tenerla e non scambiarla con nessun'altra. Smette di essere mercante e diventa amante!

G.

Commenti

  1. La parabola della perla si potrebbe anche leggere guardando la perla dal punto di vista di Dio: la perla è l'uomo, ogni uomo; come per la parabola delle 100 pecore: la pecorella è unica e merita tutta l'attenzione, tutta la presenza. Merita la vita stessa.
    Dio è il mercante intenditore, che cerca la perla dentro ciascuno di noi: sa che c'è e non desiste. Uno spazio buono all'interno del nostro cuore, dove Lui stesso abita, che non va nè ignorato, nè trascurato.
    Dio cerca negli angoli del mondo, nei mercati degli uomini e delle pulci, perchè "nulla vada perduto" (Gv 6,12; cfr anche Gv 17,12 e 18,9: "Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato").

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    1. E si potrebbe anche aggiungere il testo di Mt 25,40: "Tutto ciò che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli l'avete fatto a me"; come dire che anche i nostri gesti diventano capaci di raggiungere il più piccolo dei fratelli col più piccolo dei gesti, e nessuno di tali gesti andrà perduto agli occhi di Dio, assumendo il valore di una perla preziosa.

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