La lode

"Lodate il Signore. 
 E' bello cantare al nostro Dio, 
 dolce lodarlo come a Lui conviene". 

Sono i primi versetti del Salmo 147/146, uno dei salmi alleluiatici 146-150 che concludono il libro, nella traduzione italiana CEI del 1974.
Mi incuriosisce il verbo "conviene", lo cerco in greco, ma non c'è:  
αἰνεῖτε τὸν κύριον ὅτι ἀγαθὸν ψαλμός τῷ θεῷ ἡμῶν ἡδυνθείη αἴνεσις
Lodate il Signore poichè è buona cosa il canto, la lode piace al nostro Dio.
La traduzione italiana CEI del 2008 infatti non lo usa: 
E' bello cantare inni al nostro Dio, è dolce innalzare la lode. 
E' dolce: il verbo greco ἡδύνω in effetti fa riferimento alla dolcezza del palato, alla preparazione di cibi gustosi.
La Vulgata traduce: Laudate Dominum, quoniam bonum est psallere Deo nostro,
quoniam iucundum est celebrare laudem.
Altre traduzioni latine tuttavia inseriscono, accanto alla "piacevolezza" (iocundum, pulchrum), anche il vocabolo decor: decoro, convenienza, dignità, onore. Da qui l'aggettivo: conveniente, decoroso, dignitoso. 
Nell'ebraico c'è il verbo na'và (na'và tehillà: la lode è adatta), vocabolo che si trova anche per indicare bellezza, armonia delle forme, piacevolezza. Sembra che l'ebraico stesso racchiuda dunque una doppia valenza: è bello lodare, ma è anche conveniente, nel senso di adatto, giusto, doveroso. Un dovere che non scaturisce da un imperativo esterno, bensì da una risposta di giustizia.
La traduzione italiana da cui sono partita usa l'espressione "come a Lui conviene": ma il "come" è forse fuorviante, poichè rimanda a una sorta di modello, di protocollo da seguire. Il testo originario non stabilisce questo confronto, ed infatti quale mai potrebbe essere questa "misura" di riferimento da colmare, se la lode di Dio è infinita?
Piuttosto si afferma che la lode si addice a Dio in assoluto, nella misura che è possibile all'uomo, sempre.
Mi piace girare pagina e andare al salmo precedente: 
Loda il Signore, anima mia,
loderò il Signore per tutta la mia vita,
finchè vivo canterò inni al mio Dio.
E allargare a tutto il creato col Salmo conclusivo del Salterio, 150:
...ogni vivente dia lode al Signore
che Turoldo traduceva: la lode salga da ogni respiro, rendendo il vocabolo ebraico che indica "tutto ciò che è animato".

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